giovedì 31 marzo 2016

#Universitè de Perpignan 1°(Francia



03/07/1988
SI PARTE, mia figlia ed io, con la testa confusa per l'agitazione e il poco dormire. Sveglia alle 5,30 arrivo in aeroporto alle 7 meno qualche minuto. Ci accompagna G. che ha molta fretta di liberarsi di noi.
Viaggio per Parigi regolare, colazione, pioggia e freddo all'arrivo. Navette per Orly dove dobbiamo attendere l'orario e poi più di un'ora per ritardo. 
Perpignan è grande, il viaggio normale. Arriviamo con l'ora di ritardo e così non troviamo la Navette che deve portarci all'Università. Cambio un po' di lire, che con quanto ho già è appena sufficiente per pagare le rette, speriamo in seguito di riuscire a cambiare un assegno.
Prendiamo un taxi e via all'università. Passando intravediamo la città: ne' nuova ne antica con l'aspetto di città di mare… ma il mare è a 20 km.
Il taxi ci scarica in un piazzale all'estrema periferia, in quartiere nuovo e che pare disabitato. Subito una scala da fare, con due valigie cadauna per raggiungere l'ACCUEIL e qui inizia il divertimento.




Il mio francese è scarso, loro non parlano Italiano. Alla fine riusciamo a capirci, sopratutto loro a capire la storia della Laura che non doveva esserci ecc.….e ci portano allo "Studio".
Grande, squallido, sporco, senza acqua calda, senza tenda nella doccia, senza bidet, senza un solo gancio per appendere, senza un solo appendiabiti nel piccolo armadio.
E' "Rez de chaussee" quindi piano terra e le finestre sono sulla strada.
Pazienza: sono le 16,30 e ci rendiamo conto di non avere pranzato; sorpresina: all'Università la domenica non c'è niente. Ci fanno uno schizzo per come raggiungere una caffetteria o un bar che, forse, sono aperti.
Chilometri..o per la stanchezza sembravano tali, in un paesaggio da THE DAY AFTER o  I Sopravvissuti finché un anziano signore ci ha portato, camminando camminando in un posto dove siamo riuscite a mangiare un lungo sfilatino con Camembert.
Poi un'altra persona gentile, un ragazzo che frequenta l'università in inverno, ci ha riaccompagnato.
Telefonare a casa è complicatissimo, due o tre cabine sparpagliate in un'area grandissima, e malgrado cia siamo  procurate dei franchi ci mettiamo un'ora. Questo però ci porta un risvolto positivo: conosciamo un gruppetto di ragazze italiane, di Bergamo, simpatiche e gentili.
Alle 18 riunione per informazioni, rigorosamente e solo in francese. Ce le fornisce Monsieur Patrick Bellegarde, giovane e ….pas male.
Per finire modesta cena gentilmente offerta e poi…a dormire, scoraggiate e deluse, chiedendoci se restare o trovare la maniera di tornare a casa. Decisione rimandata a domani, la stanchezza è troppa.

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